lunedì 2 gennaio 2012

Commento alle letture Domenicali e Festive

6/1/2012 EPIFANIA DEL SIGNORE Colore liturgico: Bianco


La festività odierna dell’Epifania è il coronamento del ciclo natalizio che, incominciato con la manifestazione del Figlio di Dio ai giudei, termina con la medesima manifestazione ai pagani. Tutti vedono la stella ma solo in tre si muovono, ne seguono il percorso, domandano per aggiornarsi dove deve nascere il re dei giudei. Dio si rivela a tutti, si rivela ai pastori attraverso la mangiatoia, ai magi venuti da oriente attraverso una stella, alle autorità religiose ( sommi sacerdoti e scribi del popolo) attraverso la Scrittura, alle autorità civili (Erode) attraverso te saggi venuti da lontano. Celebrare questa festa significa credere che è possibile edificare, con l’aiuto di Dio, un mondo più giusto seguendo la piccola stella che hanno seguito i magi.

EPIFANIA dal greco: èpi-phàinein = apparizione/manifestazione in superficie [della realtà più importante e profonda] - è il punto da cui si propaga l'energia dell'amore di Dio nel tempo e nella storia, il luogo e il momento in cui si concentra o si esprime sulla superficie terrestre la manifestazione visibile della realtà più profonda e inaccessibile di Dio.

L'Epifania è la luce e il calore che accompagna il fuoco del Natale, il mistero dell'Incarnazione del Verbo, cioè il fenomeno più straordinario che si possa verificare e sperimentare: Dio si rende visibile nell'umanità di Gesù. Il cuore di Dio pulsa d'amore nel cuore dell'uomo. L'infinito entra nel finito. La debolezza si riempie dell'onnipotenza. La vita immortale illumina e scalda la vita che era destinata a morire.



PRIMA LETTURA (Is 60,1-6)

La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaìa

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.
Parola di Dio

Di che cosa la figlia di Sion, la Chiesa, deve rallegrarsi? Forse dell’infedeltà di tanti suoi figli, così detti vicini ma anche di quelli lontani che, secondo l’oracolo, dovrebbero ritornare e riempirla di gioia. Le nazioni comminano verso la luce crescente della ragione, ma vanno in direzione opposta. Forse il compito che Le spetta è quello di essere insignificante ma indispensabile come il bambino che giace nella mangiatoia e che accende la flebile luce della speranza che alla fine ci salverà.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 71)

Rit: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Questo salmo profetico assume pienezza storica nella veridicità messianica di Cristo. Il salmo va vissuto nella profondità dell’io, incominciando da me. Quando questo accadrà, tutti i popoli della terra adoreranno il Signore.

SECONDA LETTURA (Ef 3,2-3a.5-6)

Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni


Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.

Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio


Difficilmente l’uomo da solo riuscirà a diventare una sola nazione in cui tutti saranno uguali. Questa apparente utopia può essere realizzata mettendoci alla sequela di Cristo Gesù. Solo Lui realizza e conosce in profondità il disegno nascosto di Dio: fare dell’umanità un solo corpo che, comprenda anche i Gentili, per mezzo del vangelo, come è stato rivelato a Paolo.

VANGELO (Mt 2,1-12)
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

+ Dal Vangelo secondo Matteo


Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore

L’oriente per il popolo eletto, ma anche per noi, è la terra degli infedeli, dei nemici del popolo e di Dio. Dall’oriente ci attendiamo poco e quel poco non è conforme al nostro pensiero, eppure dall’oriente, dai lontani, ci giunge qualcosa di molto importante per noi che ci gloriamo di essere i vicini: ci giunge la speranza che, sembra essere emigrata lontano da noi. La speranza di cui parlo, rivelata da Cristo, deve risiedere nei nostri cuori e nella nostra mente.

Noi possiamo vivere l’avventura dei magi se avremo la forza di volontà, rischiando, di metterci in cammino, sfidando lo scherno degli stolti, sino a che incontreremo Cristo, non dove vorremo trovarlo, ma dove Egli è veramente.

Il senso e l'importanza della festa dell'epifania

Così come quando si legge un romanzo o si assiste a un film dalla storia avvincente, non si vede l'ora di conoscere il finale, allo stesso modo, con la scena dei Magi che vengono per adorare Gesù bambino e si prostrano davanti a Lui riconoscendolo come Signore, si anticipa il finale nel bel mezzo della storia. Tutte le genti, di ogni lingua, razza, nazione, verranno da Gesù e lo riconosceranno come Re dell'universo e Salvatore dell'essere umano.

Tutti gli uomini che cercano la via, la verità, la vita, alla fine del loro lungo cammino la troveranno e la riconosceranno presente nell'umile figlio di Maria, della dinastia di Davide, nato a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode.

Tutte le persone che cercano il senso primo e ultimo delle cose, che hanno il coraggio d'incamminarsi attratte e guidate dalla propria conoscenza scientifica o dalla propria religione, troveranno in Cristo Gesù il culmine e la fonte di tutto ciò che esiste e davanti a Lui s'inginocchieranno provando un'incontenibile gioia.

I Magi non conoscono la Bibbia, non hanno avuto alcuna rivelazione da parte di Dio, ma scrutando e interpretando gli eventi della natura si sono accorti che sta accadendo qualcosa di straordinariamente importante, e si sono lasciati coinvolgere, si sono messi in gioco.
Erode conosce le antiche profezie ed è il re del popolo eletto, al quale Dio si è rivelato. Eppure non si accorge di nulla. Non ci può essere nulla d'importante per chi ritiene importante solo se stesso.
I Magi si sono messi alla ricerca, in cammino. Hanno lasciato qualche abitudine, qualche sicurezza. Hanno affrontato un lunghissimo, scomodo, faticoso viaggio.

Erode non cerca niente. Si trova seduto sul suo trono, nella comodità della sua reggia. Neanche quando capisce che i Magi hanno ragione si alza. Dice di tornare da lui a riferirgli. Non c'è nessun Dio da cercare fuori da qualche parte, quando lo si è già trovato nel proprio io e dentro il proprio orgoglio.
I Magi provarono una grandissima gioia, Erode restò turbato.

I Magi si preoccupano solo di non perdere il privilegio di adorare il Re che è nato.

Erode è preoccupato di perdere i propri privilegi e di non essere più lui il solo Re.
I Magi trovano quello che hanno tanto desiderato e cercato. Videro il bambino e a Lui offrirono i propri doni.

Erode non troverà mai quel bambino e cercherà di ucciderlo facendo strage d'innocenti.

Poniamoci, ora, delle domande:

Nella nostra vita e nella nostra fede siamo in cammino o siamo fermi?

Siamo disposti a scomodarci per cercare Gesù o stiamo pigramente bene con noi stessi?

Cerchiamo la vita comoda o la vita buona? Cerchiamo di stare meglio o di fare meglio?

Seguiamo la stella, cioè l'insegnamento della Chiesa, meditando gli eventi alla luce della Bibbia o seguiamo i nostri impulsi scegliendo in base ai soli sentimenti o magari affidandoci alla fortuna e alle predizioni dell'oroscopo?

Siamo gioiosi oppure siamo turbati? Irradiamo pace o siamo nervosi e inquieti?

Siamo impegnati a difendere il nostro potere e il nostro orgoglio o ci inginocchiamo dinanzi al Dio che abita ogni uomo (soprattutto il povero) per offrirgli ciò che abbiamo di prezioso?

Se non siamo come i Magi, prima o poi saremo come Erode.

Se non riconosciamo nell'umiltà di Dio la verità e la gioia del nostro essere uomini, prima o poi col nostro egoismo e la paura di perdere qualcosa - che si trasformeranno in rabbia - faremo strage d'innocenti.
Se non siamo capaci di incamminarci verso Gesù che vuole sempre nascere e manifestarsi nella nostra vita, lasciando per questo qualcosa dei nostri rigidi schemi, consolidate abitudini, presunte certezze, assolutizzate sicurezze, allora non lo incontreremo mai e non potremo mai sperimentare la gioia dei Magi e sperimentare il lieto fine della nostra vita.

Quando vedo un bambino e lo fisso negli occhi, rimango stupito della purezza e della bellezza, dell'infinito luminoso che vi scorgo dentro. Quando vedo un bambino e lui mi fa un sorriso io sperimento il paradiso in quell'innocenza, percepisco una manifestazione di Dio su questa terra e attraverso la gioia che mi dona lo sento entrare in me. Penso a Gesù bambino. Lo cerco e lo adoro nel mistero di questa liturgia.

Lasciamo stare per questo giorno la storiella magica della brutta Befana e, imitando i Magi, lasciamoci incantare dalla bellissima Epifania!