giovedì 24 novembre 2011

Commento alle letture della Domenica

27 novembre 2011 – I^ DOMENICA D’ AVVENTO (ANNO B) – Colore liturgico: Viola.


PRIMA LETTURA (Is 63,16-17.19; 64,2-7)

Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

Dal libro del profeta Isaìa

Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te,
abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 79)
Rit: Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

SECONDA LETTURA (1Cor 1,3-9)
Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
Parola di Dio

VANGELO (Mc 13,33-37)
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Parola del Signore

Breve commento alle letture:

L’anno B del ciclo triennale delle letture è l’anno di Marco. Eppure non si comincia dal capitolo iniziale del suo Vangelo, che troveremo, invece, nella prossima settimana. Il brano inizia con l’annuncio del ritorno di Cristo: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”. In un primo momento ciò può apparire strano o privo di logica, ma, nella liturgia, invece, c’è un’estrema sottigliezza nell’effettuare il cambiamento di tono: la nostra attenzione, che nelle ultime settimane era centrata sulla fine del mondo e sul giudizio finale, si concentra ora sul modo in cui dobbiamo accogliere Cristo: non con paura, ma con impazienza, proprio come un servo che attende il ritorno del padrone (Mc 13,35). L’Avvento, in quanto preparazione al Natale, deve essere un tempo di attesa nella gioia. Nella lettura di Isaia emerge con forza la dimensione che è caratteristica della religione cristiana: un Dio che si è fatto uomo, che è sceso verso l’uomo per condurlo a sé. Assistiamo a qualcosa di meraviglioso: io, piccolo e indegno peccatore chiamato a divenire suo figlio e Lui che pone in me le sue attenzioni di Padre. Quale speranza allora per tutti e per ciascuno: Dio mi ama, come un Padre, e mi accoglie così come sono, oggi, nel mio tempo, nella mia debolezza, nella mia vita concreta di ogni giorno.. Il Salmista si rivolge a Dio Pastore, colui che ha piantato la vigna, che ha eletto Israele suo popolo. Lo chiama in suo soccorso: “ risveglia la tua potenza”, come per l’uscita dall’Egitto. E ne invoca il ritorno: “Vieni, ritorna, visita, proteggi, sostieni, facci vivere”. Il nostro esser fatti uomini, a sua immagine, è ripreso nella seconda lettura di San Paolo. San Paolo interpreta il nostro periodo d’attesa come un tempo in cui dobbiamo testimoniare Cristo: “Nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo” (1Cor 1,7). Il richiamo del Vangelo di Marco, invece pone l’accento sull’importanza di essere vigilanti, ed è anche un chiaro invito a porre la nostra vita in atteggiamento di attenzione e servizio a Lui ed ai fratelli. Noi non sappiamo quando verrà il Regno di Dio, ma fin da oggi sappiamo di poterlo incontrare nel fratello, nel povero, nello straniero, in colui che soffre, che è solo, che fa fatica. Ed è in quell’uomo che io Lo devo incontrare, per prepararmi a riconoscerLo, quando verrà a instaurare il Suo Regno.